domenica 1 settembre 2013

CHE MOSTRO SONO

davanti a questo specchio
temo e comprendo
 e amo e odio e bramo e fuggo
e sarei madre amorosa e sarei figlia delusa
 Tigre famelica  e  Agnello innocente

la verità mi sfugge di mano
tutto è ovunque
questo vento soffia una canzone immensa 
ed io sono una delle tante corde di questa colossale arpa 



Questo è un autoritratto ispirato da uno stato d'animo che da un po' di tempo si fa largo.
Che razza di mostro sono? 


Lavorando su me stessa, metre faccio scoperte piu o meno difficili da digerire ma sempre interessanti, a tratti mi si presenta un'immagine abbastanza terrifcante di me stessa. Quando rivedo certe mie scelte o certi miei desideri, aiutata anche dalle reazioni o dai consigli di chi mi è vicino, vedo di me cose che faccio fatica ad accettare.
La posso chiamare l'ombra, e quando non la voglio vedere in realtà la appiccico a qualcuno, e la vedo rifressa in chi mi è davanti, e fuggo.
Inutile dire quanto sia utile scappare dalla propria ombra.

Ora questo proiettare all'esterno ciò che è inaccettabile per me è un meccanismo assodato che non ha nulla di misterioso, ad ogni modo io preferisco sempre delle favole piu complicate anche per potermi crogiolare nei riccioli.

Dunque dicevo che a tale riguardo mi tornano in mente le parole di Rudolf Steiner sul guardiano della soglia. Ora io non credo che quella ombra che mi mette paura sia prorio ciò di cui parla lui... perchè non penso di essere ad un tale punto.
Sono parole molto molto difficili per me, ma le riporto qui, con il desiderio di tenerle a fianco per vedere se non ne capisco un altro pezzettino man mano che vado avanti....

«Al discepolo si presenta un essere veramente orribile, spettrale . Il «guardiano» rivela il proprio significato a un dipresso con le seguenti parole:


«Fino ad ora ti dominavano potenze che ti erano invisibili. «Esse operavano in modo che durante il corso delle tue vite passate ogni tua opera buona avesse la sua ricompensa e ogni tua cattiva azione avesse tristi conseguenze. «Per virtù della loro influenza il tuo carattere si è formato col frutto delle esperienze della tua vita e dei tuoi pensieri; queste potenze furono le cause del tuo destino. «Esse determinarono la misura di gioia e di dolore che ti veniva assegnata in ognuna delle tue incarnazioni, a seconda della tua condotta nelle incarnazioni precedenti, e ti dominavano sotto la forma della legge universale del karma.
«Queste potenze abbandoneranno adesso una parte della loro direzione, e parte dei lavoro ch’esse hanno fatto su di te, devi ormai compierlo da solo. «Molte sventure ti hanno finora colpito, e non ne sapevi il perché; erano altrettante conseguenze di tue cattive azioni nel corso
di qualche tua vita precedente. «Tu hai trovato felicità e gioia e le hai accolte; esse pure erano
l’effetto di azioni passate. «Nel tuo carattere hai molti lati belli, molte macchie brutte; così degli uni come delle altre sei tu stesso la causa per via delle tue esperienze e dei tuoi pensieri passati; finora non conoscevi le cause, ti erano manifesti solo i loro effetti.
«Ma le potenze karmiche vedevano tutte le azioni delle tue vite precedenti, i tuoi pensieri e sentimenti più reconditi, e a seconda di questi hanno determinato ciò che ora tu sei, e la tua vita presente.
«Ora però devono esserti rivelati tutti gli aspetti buoni e cattivi delle tue vite passate. «Essi erano fino ad ora intessuti nella tua stessa entità, erano in te, e tuttavia non li potevi vedere, come fisicamente non puoi vedere il tuo proprio cervello. «Ora però si liberano da te, escono dalla tua personalità; assumono una forma indipendente che tu puoi vedere, così come vedi
le pietre e le piante del mondo esteriore. «E sono io stesso l’entità che si è formata un corpo con le tue azioni nobili e con quelle cattive. «La mia figura spettrale è tratta dal libro del dare e avere della tua propria vita; mi hai portato invisibile in te fino ad ora, ma era per il tuo bene che così fosse; poiché la saggezza del destino che ti rimaneva nascosto ha lavorato fino ad ora in te all’estinzione delle macchie brutte della mia figura. «Ora, poiché sono uscito fuori di te, anche questa saggezza nascosta ti ha abbandonato; essa, d’ora innanzi, non si occuperà
più di te, e affiderà il lavoro alle tue proprie mani. «lo devo diventare un’entità perfetta e splendida, se mi voglio salvare dalla distruzione, ma se quest’ultima mi cogliesse, trascinerei
meco anche te in un mondo oscuro e guasto. «Per evitare tale iattura, occorre che la tua propria saggezza diventi ormai tanto grande, da essere in grado di assumersi il compito
di quella saggezza che ti era nascosta e che ti ha abbandonato. «Quando tu avrai varcato la mia soglia, io, come figura visibile , non mi staccherò più per un solo istante dal tuo fianco.
«E se da ora in poi opererai o penserai cose cattive, vedrai subito questa tua colpa riflettersi in un contorcimento orribile e demoniaco della mia figura. «Soltanto quando avrai compensato tutti i tuoi passati errori , e ti sarai purificato in modo che ti sia impossibile commettere altri peccati, allora soltanto il mio essere si trasformerà in bellezza risplendente, e per il bene della tua ulteriore attività, potrò unirmi di nuovo con te in un unico essere.
«La mia soglia però è costruita di tutti quei sentimenti di paura che sono ancora in te, del tuo timore della forza che ti occorre per assumere la completa responsabilità delle tue azioni e dei
tuoi pensieri. «Finché ti manca il coraggio di prendere da te la direzione della tua sorte, la costruzione di questa soglia non è completa, qualcosa ancora le manca; e finché la  costruzione difetta sia pure di un sol mattone, tu sarai condannato a rimanere relegato fuori di
questa soglia o a inciampare all’atto di volerla varcare. «Non tentare dunque di varcarla, prima di esserti completamente liberato dalla paura e di sentirti pronto ad assumere la più alta responsabilità. «Fino ad ora uscivo dalla tua personalità soltanto quando la morte ti richiamava dal corso di una vita terrena; ma anche allora la mia figura rimaneva per te velata. «Potevano vedermi soltanto le potenze del destino che ti dirigevano , e, a seconda del mio aspetto, nelle pause intermedie fra la morte e una nuova nascita, potevano elaborare in te forza e capacità
affinché in una nuova vita terrena tu potessi lavorare all’abbellimento della mia figura per il bene della tua evoluzione.
«Ed ero io stesso che, per la mia imperfezione, costringevo le potenze del destino a ricondurti sempre in nuove incarnazioni sulla terra.
«Quando tu morivi, io rimanevo; e per causa mia i dirigenti del karma determinavano la tua rinascita. «Solo col trasformarsi attraverso sempre nuove vite, portandomi in questo modo inconsapevolmente a perfezione, ti saresti liberato dalle potenze della morte, e, unendoti completamente a me, saresti passato all’immortalità.
«Eccomi oggi visibile dinanzi a te, così come invisibile ti sono stato sempre vicino nell’ora della morte. «Quando avrai varcato la mia soglia, penetrerai nei regni in cui prima penetravi soltanto dopo la morte fisica. «Tu penetri in essi con piena coscienza, e, da ora in poi, mentre ti aggiri esteriormente visibile sulla terra, tu ti aggirerai contemporaneamente nel regno della morte, che però è il regno della vita eterna.
«lo sono realmente anche l’angelo della morte, ma sono al tempo stesso il portatore di una vita superiore imperitura. «Pur vivendo il tuo corpo, morirai per mezzo mio in esso, per sperimentare la rinascita nell’esistenza imperitura. ««Nel regno in cui ormai tu penetri, conoscerai esseri soprasensibili , e godrai della beatitudine. «Ma la prima conoscenza che farai in questo nuovo mondo devo essere io stesso; io, che sono la tua creatura. «Prima vivevo della tua propria vita; ma ora per mezzo tuo mi sono destato a un’esistenza mia propria, e ti sto dinanzi come giudice visibile delle tue azioni avvenire, forse anche come tuo costante rimprovero.
«Tu hai potuto crearmi; ma hai assunto al tempo stesso il dovere di trasformarmi».

Rudorf Steiner "l'iniziazione"