mercoledì 23 luglio 2014

Scarabocchi

Ho avuto bisogno di incartare una cosa....
mi piace incartare le cose con i miei scarabocchi. (*)
per cui ho cercato quelli fatti l'anno scorso al corso di Franca D'Angelo
e mi sono messa a colorarli...
eccone due.... Era da così tanto tempo che non toccavo gli acrilici.... e pure era tanto che non mi muovevo su una carta tanto ampia...





(*) Sugli scarabocchi bisogna spiegare che...
Provando a mettere sulla carta un segno che non cerchi di significare nulla
e riuscendo ad imbroccare la strada di una comunicazione piu profonda con sé
viene fuori quello che il prof Nato Frascà chiamava "lo Scarabocchio".

Nato io l'ho avuto come professore in accademia, è stato lì che ho conosciuto lo scarabocchio. Lui e saminava i nostri lavori e ci leggeva dentro la storia di quello che avevamo passato nella pancia di nostra madre.
Io ero superscettica, e fui abbastanza sconvolta quando lui mi disse cose sepolte nella memoria di mia madre....
Bene lo scorso anno al corso di Franca D'angelo lei ha fatto la stessa cosa, e riprendere con lei un discorso che appartiene a quel periodo della mia vita è stato molto bello.
Ora io non so nulla di come si leggano questi segni, ma so piu o meno come arrivo a tracciarli, ed anche non sapendo cosa mi raccontano  debbo dire che farli,  vederli, ed anche colorarli e insomma fraquentarli mi mette in contatto con qualcosa che mi fa bene...

Chissà se posso pensare che sia la mi energia primitiva, incondizionata e pre-concetta pre-esistente pre-gressa: esente dalla mia storia di essere umano....
Mi viene in mente la potenza del germoglio, nucleo di energia ancora non spesa, non frammentata in mille rivoli, non sciupata in nessuna fuga, non piegata dal dolore, non condizionata. Certo parliamo di roba mischiata, indistinta, avvolta su di sé.... Coma la lana prima di essere filata....

Ecco con gli scarabocchi mi pare di andare a prendere quel materiale che comunque giace in quel tempo e in quel non tempo prima della nascita. Lì riposa arrotolato come un lunghissima corda
e la mé del presente (forse anche grazie a questo piccolo senno del poi che mi si dà dopo 45 anni) lo srotola, lo dispiega... un po' ingnara e ingorante e ingenua e un po' pure saggia.
 


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